Mauro Agnoletti – Atlante dei boschi italiani

Il libro di Agnoletti, edito da Laterza, offre al lettore la possibilità di esplorare la storia, la natura e conformazione dei boschi in esso censiti. È un libro che gli interessati dovrebbero tenere sempre a portata di mano per consultare o ripassare la storia dei boschi amati o che si intende visitare.
Ho subito consultato le pagine relative ai boschi della Puglia (bosco dell’incoronata e cerreta di valle Ragusa) e della Basilicata (i boschi delle Dolomiti lucane, il bosco di Rubbio e i castagneti del Vulture) per poi passare alla consultazione delle pagine contenenti le informazioni relative a quelli presenti nei territori delle altre regioni italiane.
La lettura del testo permette di documentarsi sullo stato in cui si trovano i nostri boschi ma anche di comprendere l’evoluzione e l’influenza degli eventi storici, economici e politici che hanno caratterizzato la storia d’Italia e dei suoi alleati politici e economici nei secoli.
Per questo motivo, ad esempio, il bosco di quercie e di latifoglie dell’ incoronata in provincia di Foggia ( già censito nel’600) e che occupa una superficie di 320 ettari, è associato al destino della transumanza delle greggi di ovini tra la Puglia e Basilicata e l’Abruzzo è il Molise. Il bosco è pertanto indissolubilmente associato agli usi e costumi delle popolazioni locali e, oggi, al declino dell’ allevamento degli ovini.
Il nome della cerreta di Valle Ragusa, che si trova in provincia di Foggia e che ha un’estensione di 108 ettari, invece, è legato alla presenza di popolazioni provenienti da Ragusa (l’attuale Dubrovnik) che si erano spinte fino ai territori del Gargano per poter disporre del legname proveniente dalle querce delle cerrete poiché particolarmente adatti per la costruzione delle navi mercantili della propria flotta.
I castagneti del Vulture che si trovano in provincia di Potenza, in un territorio compreso tra i comuni di Atella, Barile, Melfi, Rapolla e Rionero in Vulture e che hanno un estensione di circa 2.000 ettari, sono riconducibili alle prime e vere piantagioni di castagni realizzate per scopo commerciale e datate intorno alla fine dell’800 anche se, già nel 1200, sotto il regno di Federico II, erano previste norme per tutelare i castagneti.
I boschi di latifogle delle Dolomiti lucane, estesi per 4.159 ettari, si trovano nei comuni di Accettura, Calciano e Oliveto Lucano, in provincia di Matera, mentre il bosco di Rubbio, composto in prevalenza da faggi e da abeti bianchi, esteso per 211 ettari, si trova nel comune Francavilla in Sinni in provincia di Potenza. Entrambi i boschi sono indissolubilmente collegati alle vicende del brigantaggio in terra lucana.